Una parte importante del mio lavoro è l’essere presente e a completa disposizione dei miei pazienti/clienti, mentalmente e fisicamente. Questa responsabilità comporta la necessità di dover esercitare una certa delicatezza e attenzione nell’affrontare i periodi in cui sono costretto ad assentarmi. Recentemente mi è capitato per motivi personali di dover interrompere le sedute per un mese. Ho provveduto ad avvisare i miei pazienti con largo anticipo e a tutti ho dichiarato più volte che, in caso di necessità, avrebbero potuto contattarmi per messaggio al numero dello studio e che avrei risposto non appena mi fosse stato possibile. Di tutte le risposte ricevute, una mi ronza in testa da allora: “non ti preoccupare, starò bene, alla fine non stiamo affrontando questioni di vita o di morte”.
Vita o morte, i due estremi per antonomasia. E in mezzo cosa c’è? Spesso mi sono trovato nel corso delle sedute a spronare le persone a uscire da un approccio dicotomico ai problemi, a sforzarsi nel cercare la “terza via”, il compromesso in mezzo a due soluzioni a un problema che si presentano estreme e opposte tra loro e, all’apparenza, le uniche possibili. Ma qual è la terza via tra le questioni di vita o di morte?
Nella mia testa la frase pronunciata dalla persona mia paziente si è ricomposta così: “la cosa importante è che io sia viva, tutto il resto posso sopportarlo”. Vita a qualsiasi costo, poco importa se bella o brutta, se dolorosa o meno. Non a caso i bisogni primari (mangiare, respirare, dormire) sono alla base della piramide di Maslow, il resto (soddisfazione di senso di appartenenza, di sicurezza, di stima e di autorealizzazione) può aspettare. Per quanto però?
I miei pazienti sono tutti vivi e non in una situazione di imminente pericolo di morte. Sofferenti, affaticati, ma vivi. La ricerca di benessere sfida il costrutto per cui all’essere umano per stare bene basti non essere morto. Una persona che vuole stare bene non vuole stare ferma alla base della piramide di Maslow, vuole salire, perché sa che in alto c’è la meta, il meglio.
Oltre la morte e dopo la vita c’è il vivere bene, ogni giorno di più, un passo alla volta.