La domanda

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By: Dario Piersanti / Blog / Posted on / Comments: 0

La domanda

“E quindi ora che faccio?”. Una domanda che ho sentito spesso da quando lavoro e che un tempo ho pronunciato io stesso nel mio percorso da paziente. La domanda a cui più di tutte non posso e non voglio rispondere.

Per quanto mi possa impegnare a conoscere una persona, non potrò mai sapere veramente e con certezza qual è la cosa giusta da fare in una determinata situazione. Se andassi a rispondere offrendo una soluzione a questo quesito, in fin dei conti andrei a dare un consiglio: magari buono e utile, magari sbagliato e fuori luogo, in entrambi casi tecnicamente “non professionale”, ovvero che non rientra nei compiti della mia professione. Il non rispondere a questa domanda definisce il mio ruolo principale nella relazione con la persona che me la pone: professionista e non amico. In quanto professionista sono chiamato alla maieutica socratica, a lavorare insieme al mio paziente affinché riesca lui a raggiungere una nuova consapevolezza che gli permetta di rispondere alla sua stessa domanda.

Sia nel porre questa domanda che nel sentirla mi è capitato di sentirmi frustrato: da paziente perché nel porla desideravo fortemente una soluzione chiara, veloce ed efficace ai miei problemi; da psicologo perché altrettanto fortemente ho desiderato poter possedere il potere di poter dare queste soluzioni. Eppure, col tempo ho imparato ad apprezzare la frustrazione e a coglierne un’utilità. Nello stato frustrato risiede un enorme potenziale curativo e benefico, nell’irrequietezza che non ci permette di stare fermi e ci spinge a muoverci, che ci piaccia o no, pronti o meno che siamo. Grazie a quelle sensazioni si comincia ad esplorare, a fare i tentativi, a cadere e a rialzarsi, a procedere inesorabilmente verso la metà, a liberare il “flusso costante teso alla realizzazione costruttiva delle sue possibilità intrinseche, la tendenza naturale alla crescita.” (Carl Rogers). Ho vissuto in prima persona questo potenziale quando quasi senza accorgermene ho iniziato a sentirmi meglio dopo ogni seduta che facevo e lo osservo oggi quando vedo i miei pazienti riuscire progressivamente ad affrontare i loro problemi con sempre più coraggio, determinazione e autonomia.

“E quindi ora che faccio?”

La risposta è dentro di te. Scopriamola insieme.